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Rubrica razze canine: oggi intervistiamo Elisabetta Grande, allevatrice di Rhodesian Ridgeback.

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Oggi per la rubrica sulle razze canine intervistiamo: Elisabetta Grande in qualità di allevatore riconosciuto ENCI/FCI per la razza Rhodesian Ridgeback con l’affisso: Kizazi Ajabu RR.

Da cosa è nata la passione per questa razza?
Nata per caso 20 anni fa quando, dopo la perdita del mio amato EGO di razza dalmata, sono stata trascinata da mie carissime amiche a vedere una cucciolata di un “particolare” cane africano… dell’Africa sono sempre stata perdutamente innamorata grazie a vari soggiorni presso i miei zii materni che per lavoro, da più di 17 anni vivevano in Nigeria prima e poi in Zambia, ma tutto immaginavo fuorché di trovarmi di fronte a quella cucciolata di cani da caccia con uno strano contropelo sul dorso . Uno in particolare mi aveva colpito: un maschio con l’espressione sfrontata, inizialmente diffidente, ma che non ci ha messo molto a conquistarmi . Erano i primi di Maggio del 2001, cominciava la mia grande avventura “con i crestati”.

Come mai il suo allevamento si chiama in questo modo?
Il nome ha un significato particolare in quanto il mio primo esemplare è stato un maschio il cui nome AJABU che in swahili significa “meraviglioso” da qui l’affisso che ho scelto per il mio allevamento può tradursi come: la progenie di Ajabu o la discendenza meravigliosa

Da quanto tempo e come ha deciso di intraprendere questa attività di allevatore?
In questi anni ho cercato di studiare, ascoltare, rubare con gli occhi ma soprattutto seguire gli insegnamenti della mia allevatrice di riferimento la signora Giovanna Bacchini Carr, che con l’affisso “delle Cime bianche” storicamente il primo in Italia. Farashuu delle cime bianche è stata la fattrice che mi ha regalato grandi gioie e soddisfazioni, e dopo di lei sua figlia Mbeke delle cime bianche e le sue nipoti Yoyoma delle cime bianche e Yaima delle cime bianche. Dal 2015 ho cominciato ad allevare in prima persona ma soltanto nel 2019 mi sono sentita pronta ad affrontare la grande avventura con il mio affisso ufficiale, Kizazi Ajabu RR

Com’è cambiata la sua vita e quanto tempo della sua vita dedica a questa attività?
Non sono ancora in età di pensionamento dalla mia “altra” passione che è la Radio, perciò devo dividere il mio tempo tra le due. Inizialmente non è stata una passeggiata; prima un solo soggetto, poi la coppia, le cucciolate e i miei crestati erano diventati 4, ma 6 anni fa ho finalmente avuto il coraggio da evadere dal centro città e in campagna la vita cinofila è decisamente cambiata. Più spazio, ottimizzazione nella gestione delle cucciolate, progetti e investimenti ma soprattutto libertà in tutti i sensi.

Questa passione si è trasformata in lavoro o esercita anche un’altra professione?
A tutt’oggi continuo a dividermi tra la radio e l’allevamento ma le due passioni sembrano non entrare in conflitto, anche in virtù del fatto che ho scelto e deciso di essere un allevatrice responsabile, che significa produrre una massimo due cucciolate all’anno, prestando grande attenzione alla selezione caratteriale dei soggetti nonché massima cura delle linee di sangue al fine di preservarne salute, caratteristiche e attitudini naturali. La genetica non sempre è una scienza esatta. Spesso si parla di percentuali o di “possibilità”. Per alcuni casi specifici, come i caratteri mendeliani semplici, è possibile fare delle affermazioni esatte, senza possibilità di errore. Ma un passo falso può sempre rimettere tutto in discussione!

Perché si è innamorato proprio di questa razza?
Quante volte si dice tale cane tale padrone… ecco io mi sento un po’ Ridgeback! Fiero, sfrontato, intelligente, “fisico” e coccolone.

Quali sono le peculiarità sia fisiche che caratteriali?
Quando mi chiedono che tipo di cane sia il Rhodesian Ridgeback rispondo: ”mettete insieme un cane, un cavallo e un grosso felino!” E’ un’immagine che rende molto bene questa razza potente ma non eccessiva, devota ma non remissiva, energica ma al tempo stesso “indolente”, versatile, sensibile, buffo, leale, umano. Del Rhodesiano la signora Bacchini Carr afferma: “La versatilità e l’equilibrio sono le doti che hanno permesso al RR di compiere un lungo cammino attraverso l’Africa e di affermarsi con successo in tutti i continenti. Sono doti invidiabili, degne di essere salvaguardate e rispettate, che non possono venire evidenziate nelle esposizioni di bellezza, né stabilite per iscritto, ma che verranno apprezzate soltanto vivendo al fianco di un RR”.

Questa razza ha esigenze specifiche? Immaginiamo ad esempio che vista la stazza abbia bisogno di correre e vivere all’area aperta (quanto tempo deve correre ogni giorno ad esempio).
Il RR veniva usato per la caccia grossa e inserito in mute di due o tre cani, seguiva la selvaggina, in particolare il leone e, con grande agilità lo teneva a bada fino all’arrivo del cacciatore. In condizioni di vita rurale dunque, la sua gestione è molto semplice, in condizioni di vita urbane, è un cane decisamente molto esigente. Importantissima è la socializzazione del cucciolo e comunque basilare la guida del suo “capobranco di riferimento”. Non è il cane che anche da solo, in giardino, esaurisce e soddisfa la sua carica energetica e se tenuto isolato sviluppa delle turbe comportamentali. Apprezza la collaborazione ma non l’imposizione e apprende facilmente; pertanto condividere con lui passeggiate e/o attività all’aria aperta è un piacere assoluto.

Conoscendo molto bene questa razza, a chi la consiglierebbe nello specifico?
Purtroppo il RR sta prendendo piede perché è un cane dalla storia affascinante e esteticamente molto appariscente…è decisamente una razza che seduce ma non è per tutti. Sta all’onesta dell’allevatore selezionare famiglie con caratteristiche che permettano al cucciolo di crescere equilibrato e socialmente ben inserito anche in un contesto urbano, che è ben lontano dalla sua natura d’origine.

Ci dia una ’TIP’ per chi decide di far entrare nella propria famiglia un cane, e in particolare un cane di questo tipo.
Accogliere nella propria famiglia un cane è di per sé un impegno non indifferente e un RR non è certo una scelta da fare a cuor leggero. Prima di prendere la decisione finale io consiglio di informarsi, di leggere qualche libro sulla razza (al momento disponibili soltanto in lingua inglese), parlare con gli allevatori riconosciuti ENCI/FCI e magari con chi già ne possiede un esemplare, per confrontare storie ed esperienze. Da non dimenticare che poi i bambini che devono essere educati alla convivenza con il cucciolo prima del suo arrivo. In ultima analisi bisognerebbe farsi un bell’esame di coscienza: un cane e in particolare un RR può rivelarsi una gioia per sempre o un terribile sbaglio!

Ed ora una domanda un po’ più tecnica, per chi è già pronto ad adottare un cane: c’è un tempo prima del quale un cane non deve mai essere allontanato dalla sua mamma e dall’iter di vaccinazione che gli allevatori consapevolmente portano avanti? Lei nello specifico come si orienta?
Il termine “imprinting”, coniato da Konrad Lorenz (1903 -1989), considerato il padre dell’etologia, è quel processo grazie al quale l’animale impara a riconoscere la propria specie e l’uomo. L’imprinting del cucciolo di cane (o, per dirla alla Lorenz, il periodo sensibile del cane) va dalle 4 alle 8 settimane di vita: si tratta di un lasso di tempo importantissimo, durante il quale il cucciolo riesce a riconoscere se stesso, gli altri cani e gli umani e che, se ben gestito, previene possibili problemi comportamentali del futuro. Un allevatore onesto, dunque, non cede MAI un cucciolo prima dei 60gg di vita. I miei cuccioli vengono accolti nelle nuove famiglie a 65/70 giorni compiuti, sverminati (almeno 2/3 volte) vaccinati (a 55 giorni), registrati all’anagrafe canina tramite inserimento di microchip e corredati da Pedigree ENCI possibilmente già intestato al nuovo proprietario. Nel caso di cessione all’estero, per la richiesta del passaporto internazionale, il cucciolo dovrà essere obbligatoriamente vaccinaro contro la rabbia a 3 mesi compiuti e dopo 21 giorni potrà essere accolto nella nuova famiglia. In genere chiedo che il nuovo proprietario venga a prenderlo di persona soprattutto se dovrà affrontare un viaggio aereo. Certo esistono agenzie molto serie che garantiscono al cucciolo un viaggio ottimale ma per esperienza diretta, (ho importato i miei due stalloni dall’Australia) meglio evitare ansie e paranoie sia all’allevatore che al nuovo proprietario, nonché al piccolo che si ritrova a vivere da solo, un’esperienza che potrebbe fare la differenza nella sua vita futura.

Wow che bella spiegazione, assolutamente esaustiva ed esauriente, siamo sicuri che i nostri lettori ne trarranno spunto e beneficio.
Vuole raccontarci un aneddoto che la lega ai suoi cani o un cane che ha particolarmente amato e perché?
Farashuu delle cime bianche avrà sempre un posto particolare nel mio cuore per mille e mille ragioni, ma farei torto agli altri che ho amato e che amo incondizionatamente, ognuno con la propria fantastica storia, se ammettessi… le mie debolezze. Piuttosto se dovessi rispondere alla domanda: oggi quale altra razza vorresti allevare? Rispondo senza ombra di dubbio: sempre e ancora RR…  solo il canile aprirebbe le altre porte del mio cuore.

Dove si trova il suo allevamento e come possono contattarla, anche sul web, eventuali persone interessate?
Il mio allevamento KIZAZI AJABU è a Capena, in provincia di Roma. Trovate i miei contatti su Facebook (con il mio nome e cognome), su Istagram, nel sito ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) consultando l’elenco Allevatori con affisso, diviso per regioni, il Registro allevatori o visitando il mio sito: www.rhodesianridgebackajabu.eu.

Grazie infinite per questa splendida intervista che “trasuda” amore e passione per i nostri migliori amici a 4 zampe!

Foto di copertina di Michael Bossard

rhodesian ridgeback